Il PIANO dell’OFFERTA FORMATIVA
(art. 3 del D.P.R. n. 275 dell’8 marzo 1999)
Il POF è la carta di identità della scuola. In esso sono indicati chiaramente le finalità, i percorsi formativi, gli indirizzi di studio con i relativi profili professionali, le scelte didattiche, le risorse umane, le strutture, le dotazioni tecnologiche e l’organizzazione scolastica
Nel Piano dell’Offerta Formativa sono individuati i servizi e i processi educativi che la scuola attiva per innalzare il livello di scolarità e il tasso di successo scolastico; far conoscere gli obiettivi e documentare gli esiti del processo educativo; sviluppare l’integrazione dell’Istituto col tessuto culturale e produttivo del territorio; articolare la progettazione delle attività valorizzando la specifica identità dell’Istituto e dei suoi indirizzi.
Rispetto alla tradizionale struttura e alle modalità di elaborazione del POF, la legge 107/2015 ha introdotto sostanziali modifiche:
- A partire dall’a.s. 2016/17 il POF diventa triennale e prendeo il nome di PTOF (Piano Triennale dell'Offerta Formativa) e va definito entro il mese di ottobre dell’anno scolastico precedente al triennio di riferimento.
- Diversamente da quanto previsto dal T.U. 297/1994 e dal DPR 275/1999, è il Dirigente Scolastico, mediante l’emanazione di un Atto di indirizzo, a definire gli obiettivi e finalità del Piano, il quale viene poi elaborato dal Collegio dei Docenti e approvato dal Consiglio di Istituto.
- Il PTOF deve contenere i piani di miglioramento delle istituzioni scolastiche, individuati dopo una compiuta analisi del Rapporto di Autovalutazione (RAV), utilizzandone i dati e operando le necessarie scelte.
Oltre a quanto elencato in precedenza, nel Piano triennale dell’Offerta Formativa devono essere indicati anche:
- il fabbisogno di posti comuni e di sostegno, sulla base del monte orario degli insegnamenti, con riferimento anche alla quota di autonomia dei curricoli e agli spazi di flessibilità, nonché del numero di alunni con disabilità, ferma restando la possibilità di istituire posti di sostegno in deroga;
- il fabbisogno dei posti per il potenziamento dell’offerta formativa;
- il fabbisogno relativo ai posti del personale amministrativo, tecnico e ausiliario;
- il fabbisogno di infrastrutture e attrezzature materiali.